E.Cotler, K.Goto, Web Redesign:

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Note

Ho tradotto il libro per Apogeo, insieme a Gioacchino Difazio. L'edizione italiana è uscita a metà marzo 2002. Questo era il testo originale della nostra Presentazione dell'edizione italiana:

Questo libro è una sorpresa. Non aspettatevi un puro manuale applicativo: sebbene sia scritto da due giovani web designer, è un testo che approfondisce con straordinaria sistematicità il flusso organizzativo dei progetti di (re)design. È una guida al processo, al workflow, e non un semplice ricettario. Una guida preziosa sia per un project manager sia per un designer. Offre un quadro globale estremamente dettagliato, in cui si esplora ogni sfaccettatura, ogni step, ogni problema e la relativa soluzione.
Ma naturalmente è anche un manuale. Non presenta solo un modello organizzativo (e non ce ne sono molti altri, di libri del genere): è una miniera di suggerimenti, strategie e tecniche per quanto riguarda sia il design vero e proprio, sia la gestione delle relazioni con i clienti e con gli utenti. Sono inclusi alcuni "extra" di notevole valore, come i continui riferimenti all'usabilità, fattore permeante dell'intero processo progettuale, e gli interventi di un formidabile network di ospiti: nomi del calibro di Jakob Nielsen, Jeffrey Veen, Lynda Weinman e tanti altri. Lo stato dell'arte del web design e dell'usabilità.
Un libro ricco, densissimo di contenuti, eppure eccezionalmente strutturato e schematico: molto usabile. Non è solo un libro da leggere: è un efficace strumento di lavoro. Uno strumento flessibile: ciascuno deve e può adattarlo al proprio contesto (le autrici l'hanno progettato dichiaratamente a questo scopo). Tradurlo è stata un'impresa stimolante. Siamo fiduciosi che leggerlo lo sia ancora di più.

Fabrizio Comolli & Gioacchino Difazio
marzo 2002

Fabrizio Comolli e Gioacchino Difazio seguono da anni il settore del Web e dell'usabilità. Comolli (fabrizio@comolli.it) collabora con la cattedra di ergonomia psicologica dell'università di Torino e con Apogeo per progetti editoriali offline/online; ha partecipato nel 2000 allo startup di Presstoday.com. Difazio (gdifazio@oxiana.com) è uno specialista di information architecture; ha fatto parte del team che ha creato Virgilio.it ed è stato responsabile dell'area Human Interaction della web agency Altoprofilo (gruppo Pirelli). Entrambi sono autori di libri e articoli sul Web e sulle tecnologie interattive.

Questo breve testo voleva essere una semplice guida alla lettura e in qualche modo una sottolineatura dell'interesse che il libro ha suscitato in Gioacchino e me. Niente di più. Peccato che anche questa paginetta, come l'intera versione italiana, sia stata alla fine devastata da un clamoroso infortunio redazionale (nato chissà come) che ha trasformato la vecchia, cara "usabilità" in un inconcepibile "utilizzo" (v. qui di seguito, Errata corrige).
P.S. - Meno male che la traduzione del libro di Jakob Nielsen, Homepage Usability, uscita subito dopo, non ha subito un analogo trattamento... ;-)

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Errata corrige

Riguardo all'edizione originale, gli errata corrige si trovano nel sito:

Riguardo all'edizione italiana di Apogeo, va segnalato un clamoroso errore (orrore). Dopo che avevamo concluso e consegnato il testo tradotto, un'improvvida, incomprensibile e tragicamente metodica revisione ha accuratamente sostituito in tutto il libro le occorrenze della parola usabilità con utilizzo. Così, i test di usabilità sono diventati "test di utilizzo", Nielsen & affini appaiono come "esperti di utilizzo", "utilizzo significa facilità d'uso" e via deturpando. Gioacchino Difazio ed io abbiamo scoperto questa oscenità solo dopo l'uscita del libro.

(18/3/2002) Che dire? Stando così le cose, il libro sarebbe stato un ottimo pesce d'aprile. Invece è già uscito, a marzo. Gioacchino e io, a caldo, esprimiamo quanto meno questi tre auspici:

  • che i lettori non siano sfiorati dal dubbio che sia nostro vezzo (o meglio, nostra incompetenza) chiamare "utilizzo" quella che chiunque conosce come "usabilità";
  • che Apogeo ritiri questa prima tiratura e provveda a una ristampa corretta;
  • che il responsabile di questo clamoroso svarione venga sottoposto al "test di utilizzo" di un opportuno strumento di tortura... :-)

(30/3/2002) Per via dei costi, effettivamente ingenti, Apogeo non ritiene praticabile il ritiro delle 3000 copie già distribuite e la ristampa corretta. L'editore ha deciso quindi di allegare a ogni copia una lettera di precisazioni, errata corrige e scuse. Lettera peraltro garbata e intelligente: certo, resta una "pezza", ma una pezza di notevole classe, bisogna ammetterlo. La speranza, a questo punto, è che la prima tiratura abbia un clamoroso successo di vendite e venga presto esaurita, lasciando spazio alla ristampa con le dovute correzioni. Vorrà dire che i primi 3000 lettori (paradossalmente, i più interessati e competenti) avranno fra le mani un "Gronchi rosa" dell'usabilità (anzi, dell'utilizzo), che in fin dei conti strapperà qualche sorriso...

N.B. - Si potrebbe cogliere l'occasione per discutere un po' di questa strana parola, "usabilità". Di certo, sostituirla con "utilizzo" è inconcepibile (com'è ovvio, usabilità significa se mai "facilità di..." - facilità di utilizzo o facilità d'uso). Ciò non vuol dire che sia una bella parola: ma è ormai lo standard, è una convenzione affermata, punto e basta.
Non è facile trovarne un valido sostituto. "Utilizzabilità"? Cambia poco, anzi mi pare ancora più cacofonico. Mantenere l'originale "usability"? E perché mai? "Usability" sta a "use" esattamente come "usabilità" sta a "uso/utilizzo". (Fortunatamente il libro di Nielsen, Homepage Usability, che ho tradotto subito dopo, non è uscito come "Homepage Utilizz"...) ;-)
Per quanto riguarda la letteratura psicoanalitica, magari a qualcuno non piace il sostantivo "inconscio": ma un revisore che si azzardasse a sostituirlo con "incoscienza", o chissà che altro, sarebbe davvero un incosciente. ;-)

(2/4/2002) L'amico e collega Michele Pacifico mi ha segnalato, con grande sagacia e un pizzico di sadismo, un brano autobiografico di Luciano Bianciardi sull'eterna lotta fra traduttori e revisori. Mi pare quanto mai appropriato. :-)

(22/10/2004) L'amico Giovanni Palmieri mi ha inviato un altro gustosissimo esempio circa i misfatti della traduzione automatica: ovvero, quando l'intervento del revisore non è nemmeno proponibile...

Altri errori e refusi più o meno marginali nell'edizione italiana:

  • pag. 65 - figura 3.7: nella prima frase manca il verbo: "Questo progetto include..."
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  • pag. 70 - figura 3.10: le cifre nella prima colonna indicano il monte ore, quindi il simbolo dell'Euro deve essere in realtà riferito alle cifre della seconda colonna (che indicano i costi orari)
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  • pag. 72 - box Modifiche indotte dal cliente: alla settima riga anziché "...chiede n corso d'opera..." si deve ovviamente leggere "...chiede in corso d'opera...".
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  • pag. 132 - box "Convalida" (in alto a sinistra): anziché "Proposito HTML" naturalmente dovrebbe essere scritto "Protosito HTML" (l'ipercorrezione colpisce ancora... ma qui probabilmente l'eccesso di zelo è di Word, non dei revisori).
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  • pag. 185 - paragrafo Pianificazione del training...: alla seconda riga anziché "lentamente di disgregano" si deve ovviamente leggere "lentamente si disgregano".

Per le segnalazioni, un ringraziamento a:
Claudio Santori glauco@tiscali.it - www.ottimizzare.com
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Link

Sito dell'edizione originale:

Scheda dell'edizione italiana (Apogeo, 2002):

Recensione a cura di Matteo Penzo:

I file associati al libro (presenti nel sito dell'edizione originale) sono stati liberamente tradotti da Claudio Santori:

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